Non è un cereale, ma può essere consumato in modo molto simile: è l’amaranto, pianta dai chicchi commestibili e ricchi di proteine. Naturalmente privo di glutine è perfetto per la dieta delle persone affette da celiachia. Il nome deriva del greco e significa “durevole, che non appassisce” per questo la sua pianta era venerata come sacra e considerata simbolo di amicizia e eternità. Dal colore rosso intenso, che da qui prende il nome, l’amaranto (ne esistono oltre 500 specie diverse!) era coltivato e usato già dai popoli precolombiani. Peccato che sia quasi completamente scomparso dalle tavole, fino all’ultima ondata di ricette sul web
L’amaranto, utilizzato a scopi alimentari, è un seme ma si colloca a metà tra un cereale e un legume per quanto riguarda i suoi valori nutritivi. È ricchissimo di proteine, prima fra tutte l’aminoacido lisina, che concorre a migliorare la tolleranza allo stress e la formazione di anticorpi e enzimi. Presenta inoltre un elevato contenuto di calcio, fosforo, magnesio e ferro. Oltre a rappresentare un ottimo alimento per coloro che sono affetti da celiachia, è molto facile da digerire e assimilare, per il suo alto contenuto di fibre, che lo rende un ottimo alimento anche per la dieta di bambini e anziani.
Si acquista soprattutto integro in chicchi e per cuocerlo si segue la proporzione di una parte di amaranto per tre parti d’acqua. Cuoce in circa 40 minuti e poi può essere condito a piacere, oppure fornire la base per polpettine o insalate a base di verdure e altri non- cereali come la quinoa. Ha un sapore che ricorda vagamente quello della nocciola quindi se fatto cuocere un po’ di più e poi frullato al mixer con l’aggiunta di zucchero, può essere impiegato per la preparazione di dolci. Si possono mangiare anche le foglie di amaranto bollite, o i germogli, aggiunti all’insalata.
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