Il grano saraceno (Fagopyrum esculentum) è una pianta a fiore appartenente alla famiglia delle Polygonaceae. Il nome scientifico, Fagopyrum, deriva dalla combinazione del latino fagus (con il faggio ha in comune la forma assai caratteristica dei semi triangolari) e dal greco piròs (come dai semi del frumento anche dai semi del grano saraceno si può ricavare della farina).
A causa delle sue caratteristiche nutrizionali e dell’impiego alimentare, questo vegetale viene spesso collocato commercialmente tra i cereali, nonostante tale classificazione sia scientificamente impropria, non appartenendo il grano saraceno alla famiglia delle Graminacee.
Origini
Il grano saraceno è una pianta spontanea nelle zone della Siberia e della Manciuria. La sua coltura si è diffusa in Cina nel X secolo e in Occidente durante il Medioevo. Ci sono diverse ipotesi sul modo in cui è avvenuta la sua propagazione ma, fra tutte, due risultano le più accreditate.
Secondo il primo filone, i turchi avrebbero introdotto la pianta in Grecia e nella penisola balcanica, e da questo deriverebbe il nome grano saraceno, ossia grano dei turchi o dei saraceni. La seconda teoria sostiene che la diffusione sia avvenuta attraverso l’Asia e l’Europa del Nord ad opera delle migrazioni dei popoli mongoli che, dalla Russia meridionale, portarono il grano fino alla Polonia e alla Germania, da dove si sarebbe diffuso nel resto d’Europa.
È probabile che entrambe le tesi siano valide e che la diffusione sia avvenuta contemporaneamente sia da Nord che da Sud.
Perchè mangiarlo
La sua coltivazione alquanto limitata e controllata rende il grano saraceno un alimento fra i più sani e naturali. Prezioso alleato per il cuore, il grano saraceno facilita la conservazione dell’elasticità dei tessuti dei vasi sanguigni. Inoltre, nonostante il suo basso apporto calorico, è in grado di dare molta energia, diventando così alimento ideale per gli sportivi e per le donne in gravidanza o in allattamento.
Il grano saraceno, nello specifico, è ricco di fibre, ferro, sali minerali come il manganese ed il magnesio, vitamine, ma non solo. Ha infatti anche un buon contenuto di amminoacidi essenziali come la Lisina e il Triptofano, e viene persino paragonato alla carne e alla soia per la quantità di proteine contenute al suo interno. Infine, è bene ricordare che rispetto alla farina di frumento quella di grano saraceno è priva di glutine ed è quindi particolarmente adatta per i soggetti celiaci.
Il grano saraceno è indicato nella preparazione di zuppe, minestre, vellutate e insalate fredde.
In particolare, con l’aggiunta di legumi e verdure, può diventare un ottimo primo piatto.
Con la sua farina si possono inoltre preparare prodotti da forno, pasta – come i tipici pizzoccheri valtellinesi – e la polenta taragna, originaria delle valli bergamasche.
Il grano saraceno va cotto, previa tostatura in padella per qualche minuto, in un quantitativo d’acqua pari al doppio del suo volume.
Per esempio per 80 g di grano saraceno, ti occorreranno 160 ml di acqua, leggermente salata.
Prima di cuocerlo, è importante lavarlo in acqua fredda più volte, sino a che l’acqua risulta limpida e priva di depositi.
Poi fallo tostare 2-3 minuti in una padella, trasferisci il grano saraceno in un’ampia pentola e ricoprilo con acqua bollente leggermente salata.
Lascia cuocere 20 minuti circa, prima di condirlo a piacere.
Il grano saraceno è piuttosto conosciuto in Giappone, dove con esso si preparano spaghetti e tagliatelle dal nome di “soba” – tra l’altro presenti nei menù di molti ristoranti orientali anche in Italia.
Ma il grano saraceno non è importante solo per gli esseri umani.
Infatti, dai fiori del grano saraceno stesso, le api riescono ad ottenere un miele scuro e molto saporito.